QUANDO QUESTA VERITA' SALTERA' FUORI, SUCCEDERA' IL FINIMONDO. LEGGETELA SUBITO PRIMA CHE SCOMPAIA
L’Italia non è una repubblica, ma una corporation privata dal 1933. Illegali le tasse e l’ordinamento giuridico in vigore. CHIEDIAMO CHIAREZZA DA PARTE DEI GIURISTI, STORICI, INTELLETTUALI E DI CHIUNQUE SIA IN GRADO DI FAR LUCE SULLA VICENDA. Nel 1933 (corporazione privata), nel 1946 (elezioni per la Repubblica) .... E' stata una elezione che poteva essere legittimata? Facendo delle ricerche, ed andando indietro nel tempo, il dubbio NASCE.
In realtà, dal 1933, il nostro stato è diventato una corporation privata iscritta al S.E.C.:
Securities and Exchange Commission on April 9, 2013 Registration Statement No. 333-152589
SECURITIES AND EXCHANGE COMMISSION
WASHINGTON, D.C. 20549
POST-EFFECTIVE AMENDMENT NO. 2 TO REGISTRATION STATEMENT
UNDER SCHEDULE B OF THE SECURITIES ACT OF 1933
Republic of Italy (Name of Registrant)
THE HONORABLE CLAUDIO BISOGNIERO
Italian Ambassador to the United States
3000 Whitehaven Street, N.W.
Washington, D.C. 20008
(Name and address of Authorized Agent of the Registrant in the United States)
It is requested that copies of notices and communications from the Securities and
Exchange Commission be sent to:
MICHAEL IMMORDINO
White & Case LLP
5 Old Broad Street
London EC2N 1DW
United Kingdom
Approximate date of commencement of proposed sale to the public: From time to time after this Registration Statement becomes effective.
The Debt Securities covered by this Registration Statement are to be offered on a delayed or continuous basis pursuant to Release Nos. 33-6240 and 33-6424 under the Securities Act of 1933.
Difatti il Dun & Bradstreet che è una Società Americana Leader nelle Informazioni dei Movimenti Creditizi Relativi a 220.000.000 di Aziende nel Mondo e Destinate al Marketing (B2B) Business-to-Business, dimostra che TUTTO l’Apparato Istituzionale Italiano è PRIVATO e quindi il Governo della Repubblica Italiana, Camera dei Deputati, Senato della Repubblica Italiana, Regioni anche Autonome, Tribunali;

Per cui Procure e tutti gli apparati destinati alla tassazione del popolo sono da dichiararsi illegittimi ed anticostituzionali.
Sono altresì da ritenersi invalidate tutte le passate elezioni e quelle future, in quanto esse rappresentano la delega alle politiche sociali dei cittadini ad una corporation privata e non a parlamentari della Repubblica Italiana.
QUINDI ANCHE LE ELEZIONI DEL 2 GIUGNO 1946 NON SONO VALIDE? lO VERIFICHEREMO, MA SE FOSSERO INVALIDATE COME NASCE L' U.E.
Ad ulteriore conferma di queste asserzioni è il fatto che l’U.E. non è stata eletta dal popolo, ma, nonostante questo, decide le politiche sociali degli stati europei, mentre il parlamento europeo non ha nessuna facoltà decisionale. Inoltre la B.C.E. che stampa l’euro addebitandolo al popolo invece di accreditarlo è una S.P.A. privata che decide come, dove e quando mettere in ginocchio le nazioni, essendosi appropriata della sovranità monetaria.
Prima degli accordi di Bretton Woods, le banche degli stati dovevano avere una quantità di oro nei loro forzieri pari al denaro che stampavano. Succedeva, però, che esse stampavano più denaro rispetto al controvalore in oro che possedevano. Perciò nel 1944 si decise che solamente il dollaro dovesse avere la controvertibilità in oro e le altre monete potessero essere scambiate con il dollaro che faceva da garante. Gli USA invece stamparono quasi 90 miliardi di dollari, creando un’inflazione globale, senza avere il controvalore in oro. Così, quando la Francia ed altri stati restituirono i dollari agli Usa chiedendo in cambio l’oro, costrinsero il presidente Nixon, il 15 agosto 1971, a far cadere la convertibilità del dollaro con l’oro, facendo sì che la moneta perdesse il suo effettivo valore. Il valore della moneta divenne cosi indotto dalla nostra volontà ad accettarlo come strumento di scambio per i beni e i servizi che le persone producono. Nel 1971, il nostro debito pubblico era di 16 miliardi e 145 milioni milioni di euro, ma quel debito, nella realtà, non esisteva, in quanto la Banca d’Italia era, come previsto dall’articolo 3 del suo statuto, un ente di diritto pubblico a maggioranza pubblica, cioè dello stato, che poteva stampare così la moneta a suo piacimento, ripagando in questo modo i debiti che contraeva.
Nel 1981 il debito pubblico passò a 142 miliardi, ma lo stato aveva sempre un debito con se stesso e quindi poteva stampare moneta e ripagarlo in ogni momento, ed a maggio il Ministro del Tesoro Andreatta ed il governatore della Banca d’Italia Ciampi tolsero l’obbligo alla banca d’Italia di acquistare tutti i titoli di stato che venivano emessi e quindi di finanziare il debito pubblico, che passò così in soli dieci anni da 142 miliardi (dai 16 miliardi del 1971, perché lo stato finanziava la crescita attraverso l’emissione dei titoli) a ben 850 miliardi di debito – questa volta reale, in quanto contratto verso altri istituti bancari privati.
A questo punto avviene un altro tradimento verso il popolo e, in barba alla costituzione italiana, inizia la cessione ad enti privati delle quote di Banca d’Italia, che verrà forzatamente legalizzata grazie al tradimento dei politici, verificatosi nel 1992 con la legge 35/1992 dal Ministro del Tesoro Guido Carli, ex governatore della banca in questione (quando si dice il caso!).
Nel 1992, solo il 5% delle quote di Banca d’Italia era rimasto di proprietà dello stato, mentre il restante 95% era andato in mano a banche private che le avevano acquistate dai principali gruppi bancari, quali Comit, Credito Italiano e Banco di Roma, che ne garantivano la maggioranza pubblica. Gli acquirenti autorizzati a comprare i titoli di stato erano banche commerciali primarie ed istituzioni finanziarie private quali IMI, Monte dei Paschi, Unicredit, Goldman Sachs, Merryl Linch. Il gioco era fatto: in pochi anni il debito – ad oggi – ha toccato i 2100 miliardi di euro, grazie al tradimento dei politici che iniziarono in maniera concertata con i banchieri a svendere il patrimonio dello stato e dei cittadini a prezzi da saldo e, non contenti ancora, legalizzarono, con l’ennesimo tradimento verso il popolo, la privatizzazione della Banca d’Italia, grazie al governo Prodi che, il 16.12.2006, modificò lo statuto della banca all’articolo 3, facendo sì che essa non fosse più un ente di diritto pubblico, come dovrebbe essere in uno stato democratico. Ma non è finita qui, in quanto in una guerra ci deve essere un vincitore – cioè le famiglie al comando delle ban