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LA NOSTRA
AGENDA 2030
"Non andare dove il sentiero ti può portare.
Vai invece dove il sentiero non c'è ancora
e lascia dietro di te una traccia"


















Mission
La finalità di qualsiasi idea, soluzione e progetto, del nostro programma Agenda 2030, parte da un principio che riteniamo FONDAMENTALE ... quello di riconquistare in veri VALORI della nostra vita, senza i quali la stessa, non ha ragione di esistere.

1 - 2) SCONFIGGERE LA POVERTA' E LA FAME
In Italia nel 2021 sono in povertà assoluta 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020).
La povertà va ben oltre la sola mancanza di guadagno e di risorse per assicurarsi da vivere in maniera sostenibile. Tra le sue manifestazioni c’è la fame e la malnutrizione, l’accesso limitato all’istruzione e agli altri servizi di base, la discriminazione e l’esclusione sociale, così come la mancanza di partecipazione nei processi decisionali. La crescita economica deve essere inclusiva, allo scopo di creare posti di lavoro sostenibili e di promuovere l’uguaglianza. L'assegno sociale aiuta ma non dev'essere la soluzione
Il tuo aiuto, può contribuire a sostenere le persone in difficoltà attraverso donazioni:
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Dona il tuo tempo libero. Fai volontariato in una mensa per i poveri o in un banco alimentare, soprattutto durante i giorni festivi.
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Dona giocattoli e vestiti ai banchi alimentari. Assicurati che siano in buone condizioni, che non siano macchiati o strappati.
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Dona cose da mangiare
ma anche un uso razionale del cibo e l'acquisto dei beni può aiutare il paese alla rinascita ...
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riducendo lo spreco di cibo in casa.
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comprando prodotti di stagione e dai produttori locali, in questo modo non solo sostieni la piccola impresa ma ottiemi prodotti di qualità e garanzia di provenienza.
Il nostro obiettivo è principalmente quello di portare nei supermercati i NOSTRI prodotti locali e non da ALTRI PAESI EUROPEI per non assistere alla distruzione di ortaggi e frutta da parte dei nostri agricoltori.
3) SALUTE E IL BENESSERE PER TUTTI
Secondo l’Agenda 2030 dell’ONU è quello di garantire la salute e il benessere a tutte le persone, in tutte le età della vita. Ogni persona deve avere il diritto, la possibilità e le garanzie per vivere senza patimenti e privazioni, in salute, all’interno di un ecosistema pulito e non inquinato. Esistono ancora tante disparità sociali. L’obiettivo di Uniti con Trump, è quello di eliminare ogni divario di questo tipo, e garantire a tutte le persone il diritto a una vita sana raggiungendo questi traguardi:
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Ridurre la mortalità materna globale a meno di 70 casi ogni 100.000 bambini nati vivi
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Ridurre la mortalità neonatale entro i 12 casi ogni 1.000 bambini nati vivi e la mortalità dei bambini sotto i cinque anni entro i 25 casi ogni 1.000 bambini
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Vincere la lotta contro le epidemie spesso provocate dall’uomo stesso.
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Ridurre di un terzo la mortalità causata da malattie non trasmissibili utilizzando prevenzione e trattamento efficaci
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Prevenire e trattare l’abuso di sostanze
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Garantire a tutti l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva
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Ridurre il numero di morti e malattie causati da sostanze chimiche, contaminazione e inquinamento
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Finanziare la ricerca e lo sviluppo della medicina alternativa naturale
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Aumentare i fondi destinati alla sanità e al personale sanitario nei Paesi in via di sviluppo
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Rafforzare la capacità di tutti i Paesi, in particolare di quelli in via di sviluppo, di segnalare, gestire e ridurre i rischi legati alla salute.
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Servizi aggiuntivi. Uniti con Trump propone una serie di idee e soluzioni per assicurare un pronto intervento in caso di incidenti, con medici o infermieri specialisti alla guida di "moto-ambulanze", dotate di defibrillatore, ossigeno, materiale di sutura ecc. per raggiungere il più presto possibile il luogo dell'incidente. Traffico, strade strette o inaccessibili spesso sono cause di morte per mancanza di un pronto intervento.
4) ISTRUZIONE DI QUALITÀ, EQUA ED INCLUSIVA
Uniti con Trump dedicherà molto del suo impegno politico alla istruzione, educazione e formazione dei bambini e ragazzi, per creare un futuro migliore. Il suo progetto è quello di integrare un programma di "Formazione Valori" a quella scolastica, necessaria al raggiungimento dei propri fini. Oggi la scuola è stata prevalentemente dedica all' informazione più che istruzione, per cui necessita un piano di revisione sia nei programmi che di metodologia scolastica. L'istruzione permette di avere gli strumenti per progredire socialmente, lavorare, raggiungere i propri traguardi, migliorare sé stessi, aprire la mente, esporre le nostre idee e la conoscenza alimentando prosperità e garantendo la libertà di fare le scelte che desideriamo per un futuro migliore. Bisogna migliorare i contenuti che permettono agli allievi di acquisire competenze fondamentali per la vita (life skills) e non perseguire i miti del falso benessere ed essere schiavi del progresso e della tecnologia. La tecnologia dev'essere al servizio dell'uomo e non viceversa. L'obiettivo dell'educazione è la formazione della persona, partendo dalla riconquista dei Valori umani e non materiali. L'istruzione permette l'accesso alla conoscenza, alle competenze e alle abilità creative che a loro volta permettono di accedere al mercato del lavoro. La scuola deve saper ascoltare, prima di agire. La scuola, oggi, deve formare persone che sappiano affrontare positivamente l'incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri, persone resilienti, quindi capaci di adattarsi e reinventarsi in ogni momento della propria esistenza. Bisogna "formare" una generazione forte e consapevole delle proprie forze; acquisire lo spritito di condivisione, adattamento e di sopravvivenza. La scuola non deve offrire solo occasioni di apprendimento, ma anche momenti di conoscenza del mondo che li circonda, di apertura sociale e di coinvolgimento.Uniti con Trump, sarà fortemente impegnata nel combattere ogni forma di "bullismo" di "violenza" e abuso sui minori sia fisico che psicologico attraverso sia la formazione che un sistema di videosorveglianza. La scuola avrà un ruolo molto importante nell'educare i ragazzi in primis alla visione di programmi televisivi e uso razionale dei social perché fuori dal contesto scolastico, esiste quello sociale e familiare e bisognerebbe quindi, educare attraverso di essi, anche questi due contesti. L'educazione civica, culturale e sociale delle comunità, è importante nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri. Inoltre crediamo nell'uso razionale dei libri di testo, affinché bambini e ragazzi non siano più costretti a "trascinare" o portare sulle spalle uno zainetto pesante compromettendo la sua salute fisica. Uniti con Trump proporrà anche "un campionato studentesco" regionale, nazionale e internazionale nelle diverse materie d'istruzione noché le olimpiadi.
5) PARITA' DI GENERE, mira a ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l'eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze (compresa l'abolizione dei matrimoni forzati e precoci) e l'uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione.
Uniti con Trump sarà attenta al rispetto degli articoli previsti nella Costituzione.
Art. 32. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
Art. 37. La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
Art. 51 Costituzione (Pari opportunità nell'accesso agli uffici pubblici) Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge.
Tra i soggetti deboli vengono riconosciuti i minori, i portatori di handicap o disabilità, gli anziani, gli stranieri, gli ammalati, le madri, etc.; ciascuna categoria è destinataria di normative di tutela in relazione alle diverse situazioni in cui i soggetti possono incorrere in ragione della loro particolare situazione
6) ACQUA E SERVIZI IGIENICO-SANITARI
Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie attraverso la realizzazione di impianti sanitari e igienici adeguati. Le scuole e uffici pubblici, nonché tutte le attività industriali e commerciali saranno monitorate, controllate per garantire un miglioramento della qualità dell'acqua e riduzione dell'inquinamento dovuto a una non corretta depurazione. Il problema del riciclo delle acque reflue sia nere che bianche, saranno risolte con impianti di depurazione con riciclo anche dei rifiuti solidi.
Uniti con Trump si ripropone di garantire acqua pulita e sistemi igienico-sanitari per tutti. Attraverso la gestione sostenibile di acqua e sistemi igienico-sanitari, possiamo far sì che a nessuno venga negato l'accesso alla fonte di vita più importante
MA IL VERO PROBLEMA E' L'EMERGENZA IDRICA
Il problema non è la carenza d’acqua nel nostro paese, l’Italia, ma quella delle infrastrutture. Da questa carenza nasce il problema della SICCITA’. Uniti con Trump investirà sulle infrastrutture per eliminare i 50 anni di cattiva gestione, negligenza, incompetenza, superficialità, speculazione di una classe politica che ha tutelato solo le poltrone ed i propri interessi. Erasmo D’Angelis, tra i massimi esperti di acque e problematiche ambientali e climatiche ha dimostrato con un ampio ed esaustivo intervento di come questo problema è possibile risolverlo.
In Italia abbiamo 526 grandi dighe più circa 20 mila piccoli invasi. Immagazziniamo oggi più o meno l’11,3% dell’acqua piovana in questi contenitori. Cinquant’anni fa se ne immagazzinava circa il 15%".
Bisogna finanziare la Rete delle reti, che sono le vie d’acqua. La rete idrica è essenziale, vitale. Siamo rimasti all’Ottocento, con l’opera del Canale Cavour, e urge avviare un nuovo cantiere di opere. È un lavoro enorme, ma va fatto.
Le "Acque d’Italia", è un libro scritto da Erasmo D’Angelis tra i massimi esperti di acque e delle sue problematiche ambientali e climatiche, nel quale afferma che il nostro Paese è il più ricco d’acqua d’Europa, una realtà paradossale ma vera.
Abbiamo un cumulato di pioggia elevato, anche perché due terzi dell’Italia è formato da colline e montagna e sui rilievi piove tanto. Non ce ne accorgiamo, perché viviamo tutti in bassa quota, ma abbiamo piogge medie l’anno per 302 miliardi di metri cubi. Tanto per fare un esempio: A Roma piovono ogni anno in media circa 800 millimetri di pioggia, mentre a Londra 760, però, nell’immaginario, l’Inghilterra è il Paese delle piogge come la Germania e la Francia. Noi abbiamo più piogge, più corsi d’acqua di ogni altro paese europeo: ne abbiamo 7.596, di cui 1.242 sono fiumi. Ciò nonostante, tutti i nostri corsi d’acqua sono in secca, alcuni sono addirittura ridotti in polvere. Purtroppo in Italia se c’è pioggia hanno acqua, se non c’è vanno in secca subito e siamo soggetti ad alluvioni proprio perché d’improvviso non ce la fanno ad assorbire l’acqua".
Il paradosso è che siamo ricchi d’acqua, abbiamo 342 laghi, ma siamo poverissimi d’infrastrutture idriche. I grandi investimenti italiani negli schemi idrici si sono fermati negli anni ’60. Poi, trent’anni dopo lo Stato ha cancellato di fatto dai fondi pubblici tutte le risorse per il bene pubblico e con la legge Galli del 1996 ha delegato tutto alle risorse della tariffa e non sono state più costruite né dighe né invasi".
Abbiamo 526 grandi dighe più circa 20 mila piccoli invasi. Immagazziniamo oggi più o meno l’11,3% dell’acqua piovana in questi contenitori. Cinquant’anni fa se ne immagazzinava circa il 15%, perché nel frattempo non essendoci manutenzione, sfangamenti, i sedimenti si sono accumulati e lo spazio per l’acqua si è ridotto, con il risultato che abbiamo grandi dighe che non vengono ripulite e per questo motivo non riescono a stoccare l’acqua necessaria.
Quindi cosa succede… che l’acqua c’è, e in abbondanza, ma non riusciamo a trattenerla e per assurdo la perdiamo… dove? Ora anche questo vedremo.
Noi sprechiamo una quantità d’acqua incalcolabile, infatti è solo il 20%, che è poi quella che arriva al nostro rubinetto. Questa è l’unica acqua controllata da un’autorità, e sappiamo anche che nei 600 mila km di rete idrica italiana noi perdiamo per strada il 42% di acqua. Una situazione scandalosa e vergognosa, la più alta percentuale mai esistita".
Dell’80% d’acqua che resta, non c’è alcuna autorità di controllo, di regolazione. Circa il 51% viene utilizzato in agricoltura, dove se ne spreca almeno la metà con l’irrigazione a pioggia, e poi c’è un 25% di acqua prelevata per usi industriali. Siamo l’unico paese europeo che con l’acqua potabile laviamo i piazzali, gli automezzi e raffreddiamo gli impianti produttivi, quando potrebbe esser fatto con il riuso delle acque di depurazione e di riciclo. Noi abbiamo ottimi depuratori da cui fuoriescono più o meno 9 miliardi di metri cubi acqua ogni anno, anche di grande qualità, trattata, depurata, e la ributtiamo a mare…"
Avete compreso bene, acqua trattata e depurata buttata in mare
Siamo l’unico paese europeo che non riusa l’acqua di depurazione e l’assurdo che l’Europa ci sanziona anche per questo motivo. Abbiamo un ritardo pazzesco nelle infrastrutture idriche dell’acqua che va al rubinetto perché con la legge Galli tutto è delegato alla bolletta e avendo noi la bolletta più bassa d’Europa, non ci sono fondi per fare grandi riparazioni, sostituzioni e manutenzione. L’acqua non è più nei bilanci dei Comuni e delle Regioni, ma questo noi non lo contestiamo perché l’acqua è un bene primario e l’abbiamo in quantità infinita e per tale ragione il costo dovrebbe essere bassissimo, per cui non riteniamo sia giusto far pagare un prezzo alto per mancanza di materia prima o per incapacità di chi governa. La conclusione di questo stato paradossale è che su quasi 200 miliardi l’acqua, viene gestito e utilizzato solo una piccola parte delle risorse. Una cosa indecente.
Per questo motivo noi non parliamo di crisi idrica per mancanza d’acqua, ma di crisi per carenza di infrastrutture.
Oggi ci mancano almeno 2.000 piccoli e medi invasi ma c’è il piano dei Consorzi di bonifica che ne ha 400 pronti e progettati solo da sbloccare. Ma lo impedisce i finanziamenti perché siamo più intelligenti a finanziare altri progetti come sedie a rotelle per le scuole, e altre inutili e speculativi progetti. Tutti i governi precedenti e quello attuale, nessuno escluso, ha preso in considerazione questo problema. Purtroppo se non si interviene subito, sarà crisi concreta; una tragedia che ci investirà nei prossimi trent’anni come preannunciato dai climatologi. Alcune cose vanno messe in cantiere subito, immediatamente i 400 medi e piccoli invasi in tutta Italia, un set di tecnologie in l’agricoltura per il risparmio idrico. Si deve portare acqua in tutte le fasce costiere dove il cuneo salineo sta penetrando per 15, 20 chilometri nell’entroterra. Il Piave, il fiume più grande d’Italia per 13 km è salato. Intanto il mare avanza. Già un 20% di fascia costiera è desertificato e l’agricoltura non può più esser praticata".
Per non dire che impianti di desalificazione ci permettono di ottenere dall'acqua di mare acqua pura e potabile al costo di circa 3 euro per un metro cubo, e l'Italia è circondata dal mare.
Molti consigliano, compreso la comunità europea e ONU di non sprecare acqua....e danno indicazioni in merito, ma solo perché non c'è la volonta di risolvere il problema.
Non dimentichiamoci che l’Italia ha tutte le forme dell’acqua del Pianeta Terra, dai ghiacciai alle cascate, le paludi, fiumi, laghi, laghetti. Ma ci rendiamo conto? Nessun Paese è come il nostro, eppure siamo in questa condizione per lo spreco, la mancanza di infrastrutture, lo scarso impiego delle tecnologie ma principalmente per lo scarso impegno, responsabilità, speculazione e competenza della classe politica.
7) ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE
LA SICUREZZA ENERGETICA E LE SOLUZIONI ECOSOSTENIBILI, sono i grandi temi del nostro secolo che se non vengono affrontati e risolti con grande spirito di coscienza, e onestà intellettuale non potrà esserci un futuro migliore anzi, porterà alla distruzione del nostro pianeta. Bisogna fare un giro di “bora” e valutare innanzitutto la disponibilità di rifornimenti energetici affidabili a prezzi ragionevoli ed analizzare e investire sulla ricerca per soluzioni future partendo da questi principi.
Ci sono diverse soluzioni che si potrebbero adottare e adattare al nostro bisogno di energia risparmiando sui costi sia di approvvigionamento della materia prima (petrolio), che dalla trasformazione e trasporto (per importazione)
SOLUZIONI ENERGETICHE : BIOGAS – TERMOVALORIZZATORI – PANNELLI SOLARI- ELOICHE.
BIOGAS
I biogas sono una miscela di vari tipi di gas, principalmente metano e anidride carbonica, prodotti dalla fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) di residui organici vegetali o animali.
I residui utili possono avere più origini: scarti dell'agroindustria (trinciato di mais, sorgo o altre colture), dell'industria alimentare (farine di scarto o prodotti scaduti), dell'industria zootecnica (reflui degli animali o carcasse); si possono utilizzare anche colture appositamente coltivate allo scopo di essere raccolte e trinciate per produrre "biomassa", come mais, sorgo zuccherino, grano, canna comune, bietole.
Le discariche di rifiuti urbani possono diventarne grandi produttori di energia e non solo, visto che normalmente il 30–40% del rifiuto è appunto materiale organico. Altre fonti possono essere l'industria agricola e quella zootecnica. Per essere utilizzabile e ottenere un valore economico, il gas, che normalmente si disperderebbe nell'ambiente, deve essere captato e accumulato in apposite strutture. In seguito potrà essere bruciato per produrre calore ed energia elettrica.
A titolo di esempio, da una discarica di circa 1.000.000 metri cubi che cresce di 60 000 m³ l'anno, si possono estrarre quasi 5,5 milioni di metri cubi di biogas l'anno (oltre 600 m³ ogni ora).
Sono state sviluppate tecnologie e impianti specifici che, tramite l'utilizzo di batteri in appositi "fermentatori" chiusi (da non confondere con gassificatori che invece producono gas mediante la combustione), sono in grado di estrarre grandi quantità di biogas dai rifiuti organici urbani (preferibilmente da raccolte differenziate), dal letame prodotto dagli allevamenti intensivi e dai fanghi di depurazione e dai residui dell'agro-industria.
Gli impianti di biogas idonei al trattamento di matrici prevalentemente solide sono chiamati "a secco", perché non hanno bisogno di liquami per il loro funzionamento. In questo caso l'acqua necessaria al processo è legata all'umidità del materiale utilizzato per alimentare l'impianto. Il gas prodotto in questo processo (biogas) può essere utilizzato per la combustione in caldaie da riscaldamento o per produrre energia elettrica e/o calore.
Il biogas è formato prevalentemente da metano; pertanto, con un necessario processo di depurazione e separazione di altri componenti (per esempio, anidride carbonica e zolfo), può essere usato come biometano per autotrazione (auto e veicoli a metano). Quest'ultima applicazione ha avuto buon successo in paesi dell'Europa centrale e settentrionale quali Svizzera, Germania, e Svezia, e in via sperimentale anche in Italia, costituendo una delle più concrete promesse nel campo della mobilità eco-sostenibile.
Esistono varie tipologie di impianti di produzione di biogas indirizzati a trattare matrici organiche differenti, liquide o solide.
Caratteristiche principali di un impianto: Dal punto di vista impiantistico un sistema per la produzione di biogas, nel caso di depurazione di reflui in loco, è costituito da:
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Serbatoio in cui viene depositata la biomassa e periodicamente aggiunta quella fresca; per aumentare la percentuale di umidità della sostanza organica di partenza si aggiunge solitamente un minimo d'acqua.
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Miscelatore, necessario per garantire una certa omogeneità del liquame ed evitare il formarsi di eventuali sedimenti.
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Digestore anaerobico, ermeticamente chiuso e coibentato, in cui il liquame precipita nella parte inferiore, mentre il biogas gorgoglia verso la parte superiore del digestore.
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Recipiente esterno dove viene convogliato il liquame digerito.
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Serbatoio finale di stoccaggio.
Nel caso della discarica, si può operare un'impermeabilizzazione dei cumuli di rifiuti, trasformando in pratica la discarica in un contenitore di accumulo del biogas, al cui interno avviene la decomposizione della frazione organica contenuta nei rifiuti. Chiaramente tutti i residui vengono poi lavorati e trasformati in più di 50 prodotti rinnovabili sia per l’edilizia, agricoltura ecc.
Il CIB – Consorzio Italiano Biogas è la prima aggregazione volontaria che riunisce aziende agricole produttrici di biogas e Biometano da fonti rinnovabili. Ci sono società industriali fornitrici di impianti, tecnologie e servizi per la produzione di biogas e Biometano
Il biometano per autotrazione si usa come carburante per alimentare i veicoli a motore al pari del gas naturale o metano di origine fossile, quindi automobili e veicoli commerciali o pesanti, bifuel o monofuel, sia in forma gassosa che in forma liquefatta.
La differenza principale tra Metano e Biometano è nell'emissione di CO2 residua, circa del 35% per il Metano fossile, mentre il Biometano non oltrepassa la soglia dell'1%
Quanti impianti di Biometano ci sono in Italia?
Nel 2020 in Italia sono entrati in funzione 11 nuovi impianti e nel 2021 gli impianti di produzione tra biogas e biometano erano circa 20.000. La capacità complessiva di produzione di biometano in Italia è di 25.445 mc all'ora, pari a circa 220 milioni di mc.
Quanto dura un impianto biogas?
Una volta introdotta nel biodigestore, la biomassa inizia la digestione anaerobica, stazionando nell'impianto per un periodo della durata media di 62 giorni. L'impianto funziona in continuo per 24 ore al giorno per tutto l'anno, raggiungendo una produzione complessiva di biogas di circa 5.500.000 metri cubi l'anno.
Come stoccare il biogas?
Biogas Engineering ha sviluppato una soluzione innovativa per lo stoccaggio del biogas, che consiste nell'installazione di accumulatori pressostatici cilindrici a bassa pressione (gasometri). Questi gasometri possono essere installati sulla soletta del digestore o a terra a seconda delle esigenze del cliente.
Quanto costa realizzare un impianto di biogas?
Attualmente, il mercato degli impianti a biogas è orientato su valori che vanno da 3.500 a 4.500 euro a kW per gli impianti di grandi dimensioni (tra 100 kW e 1 MW), ma il prezzo sale a 6.000-8.000 euro/kW per gli impianti di piccole e medie dimensioni (fino a 100 kW).
Ad esempio, per costruire un impianto biogas da 1000 KW è necessaria una spesa di circa 5 mln di €; Invece, per un impianto di piccole dimensioni da 50 kW è necessario un investimento attorno ai 250.000 €
Quanto si guadagna con il biogas?
Mediamente un impianto a biogas può lavorare 7.800 ore l'anno (in pratica, opera a ciclo continuo giorno e notte per 7 giorni alla settimana), un impianto a biogas fornisce ricavi pari a 2.184 euro per ogni kW di potenza.
Impianto di termovalorizzazione
Il recupero energetico ha luogo in speciali stabilimenti di termovalorizzazione detti termovalorizzatori. La combustione dei rifiuti nei termovalorizzatori genera calore (energia termica) ed energia elettrica tramite un generatore elettrico a turbina. In pratica, se si riscalda il materiale in presenza di ossigeno avviene una combustione che genera calore e produce composti gassosi ossidati; effettuando invece lo stesso riscaldamento in condizioni anossiche (totale assenza di ossigeno), il materiale subisce la scissione dei legami chimici originari con formazione di molecole più semplici. Il calore fornito nel processo di pirolisi viene quindi utilizzato per scindere i legami chimici, attuando quella che viene definita omolisi termicamente indotta.
Un vantaggio ecologico nell'utilizzo del biogas è quello di impedire la diffusione nella troposfera del metano emesso naturalmente durante la decomposizione di carcasse e vegetali: il metano è infatti uno dei gas-serra più potenti ed è quindi auspicabile la sua degradazione in CO2 e acqua per combustione.
Svantaggi
Come ogni altra tecnologia, anche il biogas ha degli aspetti problematici. La resa del biogas si ottimizza mescolando più tipologie di prodotti organici.
Primo fra tutti, quindi, per questo tipo di centrali (il più diffuso), sussiste il problema della materia prima. Infatti, per alimentare una centrale da 1 MW usando solamente prodotti appositamente coltivati occorrono circa 300 Ha di terreno a disposizione. Pertanto, se ciò venisse effettuato su grande scala per molte migliaia di ettari su terreni agricoli di pregio già utilizzati per l'alimentazione umana o animale, si sottrarrebbe terreno alla produzione di derrate alimentari. Al contempo va anche considerato che gli ultimi anni sono stati però caratterizzati da un progressivo abbandono dei terreni a causa della scarsa redditività dell'agricoltura e dalla concorrenza dei paesi esteri. La sostituzione di colture a basso reddito con il mais da biomassa o piante simili ha permesso a molte aziende di sopravvivere a questo momento di crisi. Questo pone però il problema della conversione di territorio agricolo a fine alimentare in territorio agricolo a fine energetico. In questi casi, poiché i vegetali necessari per la fermentazione non sono destinati all'alimentazione umana e poiché quello che conta è la resa, i produttori sono maggiormente spronati ad aumentare i trattamenti di fertilizzanti e di pesticidi, incrementando di conseguenza l'impatto ambientale delle coltivazioni interessate. Ma, aggiungo, ci sono grandi territori lontano dai centri abitati che possono essere utilizzati e lo vediamo percorrendo una normale autostrada.
Un altro problema è legato ai cattivi odori emessi dalla fermentazione dei vegetali e/o dal liquame associato. Il problema è risolvibile mediante una corretta gestione dell'impianto, infatti le vasche per lavorare devono essere completamente sigillate. Molte di queste centrali, in genere per sfruttare il calore in eccesso in una rete di teleriscaldamento, stanno sorgendo lontano dalle zone di produzione del liquame e vicino alle abitazioni con conseguente pesante disagio per le popolazioni. Questo comporta tra l'altro uno spostamento di migliaia di camion a livello esclusivamente locale in quanto gli impianti sono alimentati da filiera corta con una conseguente diminuzione dell'inquinamento derivante dal trasporto su lunghe distanze.
Entrambi sono stoccati in silos per poi essere inviati ad impianti specializzati che li sottopongono a inertizzazione, un processo che li rende pronti per essere recuperati o smaltiti.
Ragionando in termini di rifiuti Rifiuti Urbani (RU) la produzione nel 2008, è stata di circa 259.162.000 t, pari a circa il 10% dell’intera produzione di rifiuti. E corrispondente ad una produzione pro-capite di 520 kg all’anno per abitante. Una media di 1,5 kg al giorno per abitante. Italia 32.467.000 all’anno 541kg procapite
Pannelli solari
La potenza nominale dell'impianto è il risultato della moltiplicazione della potenza del singolo pannello per il numero dei pannelli dell'impianto. Ad esempio: 10 pannelli da 300 Watt fanno un impianto da 3.000 Watt (3 Kw). In genere 12-14 pannelli sono sufficienti a coprire una potenza di picco di 3 chilowatt. (occorrono 27 mq) . Oggi, il costo dei pannelli fotovoltaici al kW si aggira intorno ai 2000 euro, o poco meno. Questo significa che un impianto fotovoltaico da 3 kW costa intorno ai 5.200 euro, più IVA ed ha una durata di circa 12 anni,
Impianto eolico domestico
In linea di massima i costi di un impianto eolico domestico orizzontale da 1-3 kW varia da € 1.000 a € 10.500. Mentre l’installazione di un impianto eolico verticale da 1-3 kW varia da € 2.000 a € 13.500. La vita media di un impianto eolico è di 25 anni.
Pompe di calore
Nel primo caso, il costo si aggira intorno ai 300 € al kW e può arrivare a 800 € nel caso di situazioni particolari, in cui è complicata l'installazione dell'impianto. Per le pompe di calore aria- acqua, la fascia di prezzo varia dai 300 ai 900 € al kW (fino a un massimo di 1700 € al kW). Impianto di riscaldamento a pompa di calore aria-aria (10 Kw) varia da 2.000,00 € a 8.000,00 €. Mentre un impianto di riscaldamento a pompa di calore acqua-aria (10 Kw) varia da 2.500,00 € a 10.000,00 €. Invece un impianto di riscaldamento a pompa di calore terra-aria (10 Kw) varia da 7.000,00 € a 18.000,00 €. Ad esempio, per un appartamento di 100 mq con soffitti alti 3 m e un coefficiente di coibentazione medio, la pompa di calore migliore dovrà avere una potenza termica di 15 Kw (100 x 3 x 0,05). Partiamo dal presupposto che la pompa di calore per una casa media da 100-200mq consuma istantaneamente dai 2 ai 4kW elettrici per riscaldare casa.
Idrogeno / auto alimentate a Idrogeno. Come si ottiene l’idrogeno? Fortunatamente la natura ci ha fornito gratuitamente l’elemento più essenziale alla vita sul pianeta … L’acqua! La sua formula chimica è H2O, ovvero due atomi di idrogeno e una di ossigeno. E’ facile comprendere che se si elimina l'atomo di ossigeno rimane solo quella d’idrogeno. Questa soluzione appartiene a quella che noi definiamo “investire nella ricerca”. Le auto a idrogeno sono di fatto delle vetture elettriche particolari, in quanto sono dotate di un motore elettrico ma non richiedono la ricarica delle batterie.
l'Idrogeno costa attualmente 10 euro al Kg e, tenuto conto di quanto detto sopra, ciò corrisponde ad una spesa di soli 10 centesimi a chilometro. Per continuare la comparazione, il costo attuale della benzina è di 1,3 euro al litro. A differenza di un’auto elettrica quella ad idrogeno consente percorrenze superiori con autonomia fino a 800/1.000 km. Ipotizzando un prezzo dell’energia elettrica prelevata da rete di soli 50 €/MWh, nel migliore dei casi il costo di produzione dell’idrogeno sarebbe di 2,6 €/kg. Poniamoci alcune domande:
Quanta energia si produce con 1 Kg di idrogeno?
L’elevato contenuto energetico per unità di massa (massimo rispetto ai vari idrocarburi): bruciando 1 kg di idrogeno si producono 125.000 kJ di energia termica contro i 44.000 di 1 kg di benzina
Quanto costa un pieno? Un pieno di idrogeno è di circa 5kg e permette un'autonomia di ca. 600Km. Il costo di un Kg è di ca 12-15€ ma può essere inferiore a seconda della fonte utilizzata per la produzione.
Quanti chilometri fai con un chilo di idrogeno?
Un kg di idrogeno, costa circa 13,7 euro e con quello si possono percorrere anche oltre 100 km. Come un'auto che consuma circa 8 l/100 km di benzina.
Quanta acqua serve per produrre 1 kg di idrogeno?
In sé il consumo di acqua nel solo processo di idrolisi non appare eccessivo (circa 10 litri di acqua per 1 kg di idrogeno).
Ma c’è dell’altro, che potrebbe essere la soluzione ottimale e definitiva; una soluzione a lungo termine perché rientra nella ricerca delle energie alternative del nucleare. La materia prima infatti, non si trova sul nostro pianeta ma sulla Luna. Parliamo di Elio-3 energia illimitata e pulita.
Per produrre Energia sufficiente anche alla digitalizzazione e a transizione ecologica graduale e possibile bisognerà passare al Nucleare per Fusione anziché Fissione come succede attualmente. Cioè trasformare l’Idrogeno in Elio come avviene nel Sole. Per mantenere la massa in fusione in sospensione occorre creare un campo elettromagnetico che consuma tantissima energia e per mandare in attivo il sistema occorre usare Elio3 che si trova in abbondanza sulla Luna.
Cosa è l'Elio-3?
L'Elio-3 è un isotopo dell'elio composto da due protoni e un neutrone. È un isotopo raro sulla Terra ma si ritiene che l'elio-3 sia più diffuso sulla Luna (nello strato superiore delle rocce regolitiche, dove è stato incluso dal vento solare nel corso di miliardi di anni), e nei giganti gassosi del sistema solare (residui dell'antica nebulosa solare).
L'utilizzo dell'Elio-3 è particolarmente importante per la rilevazione di neutroni perché possiede elevata sezione di assorbimento per la radiazione termica dei neutroni, e viene usato come gas di conversione nei rilevatori.
L'elio-3 è molto raro, e non viene in genere trovato in depositi naturali. Per questo viene prodotto artificialmente bombardando con neutroni litio, boro, o azoto.
Sulla Luna, le rocce sono una fonte ricca di elio-3. E' per questo che l'esplorazione lunare e soprattutto la possibilità di installare una base lunare permanente è diventata sempre più popolare negli ultimi tempi.
Potenziali applicazioni per lo sfruttamento energetico dell'Elio-3 come fonte inesauribile pulita ed illimitata di Energia.
La reazione nucleare elio 3-elio3, è molto potente e soprattutto pulita. Si stima che 1 tonnellata di elio-3 puo’ produrre 10.000 MW/anno di elettricità. Quindi, 25 tonnellate di elio-3 possono soddisfare il bisogno di elettricità degli Stati Uniti. Ma per conquistare questa frontiera, manca purtroppo la materia prima, vale a dire quell’elio 3 che sulla Terra non esiste.
La Cina infatti, già da moltissimi anni è interessata alla Luna per pianificare lo Sfruttamento di Elio-3. L'Accademia delle Scienze cinese nel 2006 affermò che uno dei principali obiettivi del programma spaziale cinese è ottenere una fonte di elio-3 dal 2020 da cui trarre il combustibile per la generazione di energia tramite tre voli annuali.
C’è poi la de carbonizzazione usando carburanti ottenuti da plastica etc. che farebbe contenti e non ostili i petrolieri!
Biocarburanti e carburanti sintetici ottenuti dalla decarbonizzazione
Le conversioni in bioraffinerie delle raffinerie di Venezia e di Gela sono due ottimi esempi di questo percorso. In questi impianti, l’uso di petrolio come carica è stato completamente rimpiazzato da biomasse e da sostanze organiche, producendo carburante liquido a basso contenuto di carbonio unicamente da fonti rinnovabili. Da ricordare, inoltre, il ricorso al biometano di produzione interamente italiana e l’avvio della produzione di carburanti liquidi decarbonizzati derivati da idrogeno e CO2 riciclata.
In prospettiva futura, il settore della raffinazione europea ha lanciato l'ambizioso progetto "Clean Fuels for All" per traguardare la completa neutralità climatica nel settore dei trasporti attraverso i combustibili liquidi a basse o nulle emissioni di carbonio (Low Carbon liquid fuels). Questi sono fuels sintetici prodotti a partire da idrogeno green o blue e CO2. I low carbon liquid fuels presentano emissioni di anidride carbonica virtualmente prossime allo zero e la tecnologia per la loro produzione è abbastanza matura e già in grado di essere industrializzata. I combustibili liquidi a basse emissioni di carbonio hanno una densità energetica senza pari e sono facilmente trasportabili, rendendoli un mezzo ideale per trasportare e immagazzinare energia, guidando la decarbonizzazione in tutti i comparti del settore dei trasporti: da quello passeggeri ma soprattutto nel trasporto merci, da quello marittimo a quello aereo, dove i combustibili liquidi di natura fossile sono particolarmente difficili da sostituire.
Altra caratteristica fondamentale nella filiera dei low carbon liquid fuels (LCLF) è quella relativa al loro stoccaggio e movimentazione in quanto, essendo identici ai prodotti liquidi e gassosi tradizionali, potranno utilizzare senza alcun adattamento le stesse, identiche infrastrutture logistiche e distributive esistenti.
Questi prodotti, pertanto, possono essere immediatamente impiegati su tutto il parco veicolare circolante esistente, sia passeggeri che merci per il trasporto stradale, senza alcun adattamento tecnico e naturalmente su tutti i veicoli di nuova immatricolazione. In questo modo si otterrebbe da subito la drastica riduzione dei gas serra nei trasporti senza dover attendere i lunghi tempi necessari affinché le auto elettriche (BEV) si diffondano sul mercato considerando che ad oggi le batterie sono prevalentemente prodotte in Cina e che la rete di ricarica, ancora inadeguata, richiederà ingenti investimenti.
Lo sviluppo del progetto “Clean Fuels for All” richiederà da 30 a 40 miliardi di euro di investimenti nel prossimo decennio e la creazione di una serie di impianti per la produzione di biocarburanti (liquidi da biomassa). Entro il 2050, il trasporto stradale, in combinazione con l’elettrificazione e le tecnologie dell'idrogeno, raggiungerebbe la neutralità climatica.
Pertanto, nei prossimi anni, bisognerà attivare gli investimenti in Italia per l’industrializzazione della tecnologia ma soprattutto la modifica del Regolamento sui limiti alle emissioni di CO2 di auto e camion passando da un approccio Tank to Wheel ad uno Well to Wheel. Quest’ultima norma, in particolare, andrebbe modificata perché così com’è tradisce il principio di neutralità tecnologica in quanto fissa degli standard che obbligano l’industria ad orientarsi verso la sola tecnologia delle BEV per traguardare i limiti. E se un regolamento tradisce la neutralità tecnologica questo è dannoso anche per l’ambiente. Basti pensare che un’auto a biometano avrebbe emesso meno CO2 di una BEV alimentata ad energia totalmente rinnovabile ma questo non viene minimamente riconosciuto.
Al contrario, i target ambientali comunitari di medio e lungo periodo vanno assolutamente perseguiti garantendo, però, un approccio tecnologicamente neutrale per raggiungerli.
Noi di Uniti con Trump, le idee e soluzioni le abbiamo ed anche fattibili. E’ solo una questione di volontà e di Onestà.
8) LAVORO DIGNITOSO E CRESCITA ECONOMICA
L'obiettivo di Uniti con Trump è quello innanzitutto di CREARE nuove opportunità di lavoro e di salvaguardare e tutelare quelle già esistenti indispensabili alla rinascita e crescita economica del paese. Risulta fondamentale l'aumento della produttività e la creazione di posti di lavoro dignitosi. Il lavoro forzato, come previsto dalle linee guida dell’agenda 2030, deve essere contrastato e i fenomeni della schiavitù moderna e della tratta di esseri umani dovranno essere sradicati il prima possibile.
Che sia produttivo e assicuri un giusto reddito, che garantisca sicurezza sul luogo di lavoro e protezione sociale alle famiglie, così come prospettive di crescita personale e integrazione sociale. Bisogna incentivare le politiche di sostegno alle opportunità di lavoro per i giovani; ridurre le disuguaglianze tra le aree geografiche; attuare interventi normativi per eliminare le differenze di genere nell'accesso al lavoro; promuovere un ambiente sicuro e protetto per tutti i lavoratori. Anche il lavoro “nero” spesso non voluto, ma imposto da professionisti ed imprenditori, nasce per esigenze dettate dal costo elevato dell’inquadramento a cui sono soggetti, e una riduzione delle imposte e oneri a carico di essi dev’essere riformulato. La stessa attuazione del green economy è un modello di sviluppo economico che valuteremo affinché l'attività produttiva sia non solo in base ai benefici derivanti dalla crescita ma anche dal suo impatto ambientale. Bisognerà proteggere i lavoratori e adottare politiche che garantiscano lavori dignitosi e salari equi, nonché essere attenti nel migliorare le regole dei mercati finanziari globali ed i sistemi di monitoraggio per assicurare una migliore rappresentanza ai Paesi in via di sviluppo nelle sedi che prendono decisioni sulla crescita economica e finanziaria. Saremo molto impegnati nella promozione dell'occupazione e al fianco delle imprese, affinché garantiscano i diritti sul lavoro, l'ampliamento della protezione sociale e lo sviluppo del dialogo sociale. Un lavoro sostenibile atto a creare le condizioni affinché le persone possano sviluppare la propria professionalità e rimanere attive durante tutta la loro vita lavorativa in un'ottica di costante employability, eliminando i fattori che scoraggiano od ostacolano l'ingresso, la permanenza e la crescita nel mondo del lavoro.
Ma l’obiettivo primario resta quello di incentivare e tutelare le piccole e medie imprese. I commercianti, gli agricoltori, gli artigiani sono risorse che il nostro paese deve tutelare e salvaguardare attraverso anche fiere e campagne made in Italy e non lasciare alle multinazionali e alle catene della grossa distribuzione sia commerciali che alimentari di fare da padrone annullando la piccola attività. Questo principio sarà fondamentale nel nostro programma di sviluppo per il turismo.
9) IMPRESE INNOVAZIONE E INFRASTRUTTURE
Uniti con Trump sarà promotrice di un “pensiero positivo”, ovvero avrà la capacità di fare fronte in maniera positiva agli ultimi anni traumatici che il nostro paese ha subito. Offrirà la capacità di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà subite e di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offrirà, senza alienare la propria identità. Promuoverà l'industrializzazione inclusiva, sostenibile e l'innovazione. Ci saranno investimenti mirati nella ricerca scientifica e tecnologica favorendo sia la crescita economica, creano posti di lavoro che promuovendo il benessere. Promuoverà l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile come strumenti essenziali per la crescita di produttività e redditi.
Il nostro paese è riconosciuto nel mondo con il “ Made in Italy” sintetizzando la capacità di ingegno, creatività e organizzazione che l’hanno portata ad avere nella piccola e media industria il suo motore economico anche se sofferenti a causa dei pochi fondi a loro disposizione a discapitot della concorrenza delle grandi industrie. Nella società attuale l’impresa deve essere estremamente veloce nei suoi cambiamenti per adattarsi con rapidità alle costanti nuove richieste del mercato. L’impresa oggi deve sempre più individuare i bisogni del mercato, definire strategie per il raggiungimento degli obiettivi, introdurre nuove pratiche commerciali, massimizzare gli investimenti, fare ricerca e, non per ultimo, innovare i processi e le modalità lavorative utilizzando il “capitale d’impresa” disponibile. Grande attenzione alla grande risorsa per l’azienda del “capitale umano” che può considerarsi a tutti gli effetti il vero valore dell’impresa essendo l’insostituibile componente che la contraddistingue. Al fine di permettere la realizzazione delle attività d’impresa o più semplicemente per la vita civile la collettività deve garantire le opere di infrastruttura necessarie cioè strutture a sostegno, meglio alla base, di altre strutture che agevolino uno sviluppo economico equo, responsabile e sostenibile. Per il raggiungimento dell’obiettivo, andrà necessariamente promossa un’industrializzazione inclusiva, che abbassi l’odierno divario economico basato su modelli novecenteschi che hanno lasciato indietro molte fasce sociali, e costruendo infrastrutture resilienti grazie ad interventi di innovazione sostenibile.
10) RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE
L'obiettivo è quello di ridurre le disuguaglianze tra gli Stati e al loro interno attraverso la promozione dell'inclusione sociale, economica e politica di tutti i cittadini, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia e religione. Proteggere quindi i lavoratori e adottare politiche che garantiscano lavori dignitosi e salari equi. Le disuguaglianze sono molto ampie e rappresentano uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà.
Ridurre le disuguaglianze all’interno degli Stati e tra gli Stati stessi.
L’obiettivo esige che il tasso di crescita del reddito del 40 per cento della popolazione più povera sia incrementato in modo durevole. Inoltre, entro il 2030 tutti dovranno avere diritto all’empowerment e l’inclusione sociale, economica e politica dovrà essere promossa. Le pari opportunità dovranno essere garantite eliminando leggi, politiche e pratiche discriminatorie. Dovranno essere agevolate una migrazione e una mobilità ordinate e sicure. La nostra idea è quella di avere una politica responsabile in materia di migrazione attraverso l’ingresso giustificato. I Paesi in via di sviluppo dovranno godere di una rappresentanza migliore nelle istituzioni economiche e finanziarie internazionali e avere maggiori opportunità di esprimere il proprio parere nei processi decisionali.
11) CITTA' E COMUNITA' SOSTENIBILI
Le città sono centri per nuove idee, per il commercio, la cultura, la scienza, la produttività, lo sviluppo sociale e molto altro. Nel migliore dei casi le città hanno permesso alle persone di migliorare la loro condizione sociale ed economica.
Tuttavia, persistono molte sfide per mantenere i centri urbani come luoghi di lavoro e prosperità, e che allo stesso tempo non danneggino il territorio e le risorse. Le sfide poste dall’ambiente urbano includono il traffico, la mancanza di fondi per fornire i servizi di base, la scarsità di alloggi adeguati, il degrado delle infrastrutture.
Le sfide che le città affrontano possono essere vinte in modo da permettere loro di continuare a prosperare e crescere, migliorando l’utilizzo delle risorse e riducendo l’inquinamento e la povertà. Il futuro che vogliamo include città che offrano opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base, all’energia, all’alloggio, ai trasporti e molto altro.
TRAGUARDI:
1) Entro il 2030, garantire a tutti l’accesso ad alloggi adeguati, sicuri e convenienti e ai servizi di base e riqualificare i quartieri poveri
2) Entro il 2030, garantire a tutti l’accesso a un sistema di trasporti sicuro, conveniente, accessibile e sostenibile, migliorando la sicurezza delle strade, in particolar modo potenziando i trasporti pubblici, con particolare attenzione ai bisogni di coloro che sono più vulnerabili, donne, bambini, persone con invalidità e anziani
3) Entro il 2030, potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificare e gestire in tutti i paesi un insediamento umano che sia partecipativo, integrato e sostenibile
4) Potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo
5) Entro il 2030, ridurre in modo significativo il numero di decessi e il numero di persone colpite e diminuire in modo sostanziale le perdite economiche dirette rispetto al prodotto interno lordo globale causate da calamità, comprese quelle legate all’acqua, con particolare riguardo alla protezione dei poveri e delle persone più vulnerabil.
6) Entro il 2030, ridurre l’impatto ambientale negativo pro-capite delle città, prestando particolare attenzione alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti urbani e di altri rifiuti
7) Entro il 2030, fornire accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne, bambini, anziani e disabili
12) CONSUMO E PRODUZIONE RESPONSABILI
Per consumo e produzione sostenibili si intende la promozione dell’efficienza delle risorse e dell’energia, di infrastrutture sostenibili, così come la garanzia dell’accesso ai servizi di base, a lavori dignitosi e rispettosi dell’ambiente e a una migliore qualità di vita per tutti. La sua attuazione contribuisce alla realizzazione dei piani di sviluppo complessivi, alla riduzione dei futuri costi economici, ambientali e sociali, al miglioramenti della competitività economica e alla riduzione della povertà.
Il consumo e la produzione sostenibile puntano a “fare di più e meglio con meno”, aumentando i benefici in termini di benessere tratti dalle attività economiche, attraverso la riduzione dell’impiego di risorse, del degrado e dell’inquinamento nell’intero ciclo produttivo, migliorando così la qualità della vita. Ciò coinvolge stakeholder differenti, tra cui imprese, consumatori, decisori politici, ricercatori, scienziati, rivenditori, mezzi di comunicazione e agenzie di cooperazione allo sviluppo. E’ necessario per questo un approccio sistematico e cooperativo tra soggetti attivi nelle filiere, dal produttore fino al consumatore. Ciò richiede inoltre di coinvolgere i consumatori in iniziative di sensibilizzazione al consumo e a stili di vita sostenibili, offrendo loro adeguate informazioni su standard ed etichette, e coinvolgendoli, tra le altre cose, nell’approvvigionamento pubblico sostenibile.
1) Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali
2) Entro il 2030, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto
3) Entro il 2020, raggiungere la gestione eco-compatibile di sostanze chimiche e di tutti i rifiuti durante il loro intero ciclo di vita, in conformità ai quadri internazionali concordati, e ridurre sensibilmente il loro rilascio in aria, acqua e suolo per minimizzare il loro impatto negativo sulla salute umana e sull’ambiente
4) Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo
5) Incoraggiare le imprese, in particolare le grandi aziende multinazionali, ad adottare pratiche sostenibili e ad integrare le informazioni sulla sostenibilità nei loro resoconti annuali
6) Promuovere pratiche sostenibili in materia di appalti pubblici, in conformità alle politiche e priorità nazionali
7) Entro il 2030, accertarsi che tutte le persone, in ogni parte del mondo, abbiano le informazioni rilevanti e la giusta consapevolezza dello sviluppo sostenibile e di uno stile di vita in armonia con la natura
a Supportare i Paesi in via di sviluppo nel potenziamento delle loro capacità scientifiche e tecnologiche, per raggiungere modelli di consumo e produzione più sostenibili
b Sviluppare e implementare strumenti per monitorare gli impatti dello sviluppo sostenibile per il turismo sostenibile, che crea posti di lavoro e promuove la cultura e i prodotti locali
c Razionalizzare i sussidi inefficienti per i combustibili fossili che incoraggiano lo spreco eliminando le distorsioni del mercato in conformità alle circostanze nazionali, anche ristrutturando i sistemi di tassazione ed eliminando progressivamente quei sussidi dannosi, ove esistenti, in modo da riflettere il loro impatto ambientale, tenendo bene in considerazione i bisogni specifici e le condizioni dei paesi in via di sviluppo e riducendo al minimo i possibili effetti negativi sul loro sviluppo, in modo da proteggere i poveri e le comunità più colpite
13) LOTTA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Il cambiamento climatico interessa i paesi di tutti i continenti. Esso sta sconvolgendo le economie nazionali, con costi alti per persone, comunità e paesi oggi, e che saranno ancora più gravi un domani.
Le persone stanno sperimentando gli impatti significativi del cambiamento climatico, quali ad esempio il mutamento delle condizioni meteorologiche, l’innalzamento del livello del mare e altri fenomeni meteorologici ancora più estremi. Le emissioni di gas a effetto serra, derivanti dalle attività umane, sono la forza trainante del cambiamento climatico e continuano ad aumentare. Attualmente sono al loro livello più alto nella storia. Se non si prendono provvedimenti, si prevede che la temperatura media della superficie terrestre aumenterà nel corso del XXI secolo e probabilmente aumenterà di 3°C in questo secolo – alcune aree del pianeta sono destinate a un riscaldamento climatico ancora maggiore. Le persone più povere e vulnerabili sono le più esposte.
Attualmente ci sono soluzioni accessibili e flessibili per permettere ai paesi di diventare economie più pulite e resistenti. Il ritmo del cambiamento sta accelerando dato che sempre più persone utilizzano energie rinnovabili e mettono in pratica tutta una serie di misure che riducono le emissioni e aumentano gli sforzi di adattamento.
Tuttavia il cambiamento climatico è una sfida globale che non rispetta i confini nazionali. Le emissioni sono ovunque e riguardano tutti. È una questione che richiede soluzioni coordinate a livello internazionale e cooperazione al fine di aiutare i Paesi in via di sviluppo a muoversi verso un’economia a bassa emissione di carbonio. Per far fronte ai cambiamenti climatici, i paesi hanno firmato nel mese di aprile un accordo mondiale sul cambiamento climatico (Accordo di Parigi sul Clima)
14) VITA SOTT'ACQUA
Gli oceani del mondo – la loro temperatura, la loro composizione chimica, le loro correnti e la loro vita – influenzano i sistemi globali che rendono la Terra un luogo vivibile per il genere umano.
L’acqua piovana, l’acqua che beviamo, il meteo, il clima, le nostre coste, molto del nostro cibo e persino l’ossigeno presente nell’aria che respiriamo sono elementi in definitiva forniti e regolati dal mare. Nel corso della storia, gli oceani e i mari sono stati e continuano ad essere canali vitali per il commercio ed il trasporto.
Un’attenta gestione di questa fondamentale risorsa globale è alla base di un futuro sostenibile.
Traguardi
1) Entro il 2025, prevenire e ridurre in modo significativo ogni forma di inquinamento marino, in particolar modo quello derivante da attività esercitate sulla terraferma, compreso l’inquinamento dei detriti marini e delle sostanze nutritive
2) Entro il 2020, gestire in modo sostenibile e proteggere l’ecosistema marino e costiero per evitare impatti particolarmente negativi, anche rafforzando la loro resilienza, e agire per il loro ripristino in modo da ottenere oceani salubri e produttivi
3) Ridurre al minimo e affrontare gli effetti dell’acidificazione degli oceani, anche attraverso una maggiore collaborazione scientifica su tutti i livelli
4) Entro il 2020, regolare in modo efficace la pesca e porre termine alla pesca eccessiva, illegale, non dichiarata e non regolamentata e ai metodi di pesca distruttivi. Implementare piani di gestione su base scientifica, così da ripristinare nel minor tempo possibile le riserve ittiche, riportandole almeno a livelli che producano il massimo rendimento sostenibile, come determinato dalle loro caratteristiche biologiche
5) Entro il 2020, preservare almeno il 10% delle aree costiere e marine, in conformità al diritto nazionale e internazionale e basandosi sulle informazioni scientifiche disponibili più accurate
6) Entro il 2020, vietare quelle forme di sussidi alla pesca che contribuiscono a un eccesso di capacità e alla pesca eccessiva, eliminare i sussidi che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e astenersi dal reintrodurre tali sussidi, riconoscendo che il trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo e per quelli meno sviluppati che sia appropriato ed efficace, dovrebbe essere parte integrante dei negoziati per i sussidi alla pesca dell’Organizzazione Mondiale del Commercio
7) Entro il 2030, aumentare i benefici economici dei piccoli stati insulari in via di sviluppo e dei paesi meno sviluppati, facendo ricorso a un utilizzo più sostenibile delle risorse marine, compresa la gestione sostenibile della pesca, dell’acquacoltura e del turismo
a Aumentare la conoscenza scientifica, sviluppare la capacità di ricerca e di trasmissione della tecnologia marina, tenendo in considerazione i criteri e le linee guida della Commissione Oceanografica Intergovernativa sul Trasferimento di Tecnologia Marina, con lo scopo di migliorare la salute dell’oceano e di aumentare il contributo della biodiversità marina allo sviluppo dei paesi emergenti, in particolar modo dei piccoli stati insulari in via di sviluppo e dei paesi meno sviluppati
b Fornire l’accesso ai piccoli pescatori artigianali alle risorse e ai mercati marini
c Potenziare la conservazione e l’utilizzo sostenibile degli oceani e delle loro risorse applicando il diritto internazionale, come riportato nella Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, che fornisce il quadro legale per la conservazione e per l’utilizzo sostenibile degli oceani e delle loro risorse, come riferito nel paragrafo 158 de “Il futuro che vogliamo"
15) VITA SULLA TERRA
Le foreste coprono il 30% della superficie terrestre e, oltre a offrire cibo sicuro e riparo, esse sono essenziali per il contrasto al cambiamento climatico, e la protezione della biodiversità e delle dimore delle popolazioni indigene. Tredici milioni di ettari di foreste vanno perse ogni anno, mentre il persistente deterioramento dei terreni ha portato alla desertificazione di 3,6 miliardi di ettari.
La deforestazione e la desertificazione – causate dalle attività dell’uomo e dal cambiamento climatico – pongono sfide considerevoli in termini di sviluppo sostenibile, e hanno condizionato le vite e i mezzi di sostentamento di milioni di persone che lottano contro la povertà. Si stanno compiendo molti sforzi per gestire le foreste e combattere la desertificazione.
Traguardi
1) Entro il 2020, garantire la conservazione, il ripristino e l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e dell’entroterra nonché dei loro servizi, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali
2) Entro il 2020, promuovere una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, arrestare la deforestazione, ripristinare le foreste degradate e aumentare ovunque, in modo significativo, la riforestazione e il rimboschimento
3) Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare le terre degradate, comprese quelle colpite da desertificazione, siccità e inondazioni, e battersi per ottenere un mondo privo di degrado del suolo
4) Entro il 2030, garantire la conservazione degli ecosistemi montuosi, incluse le loro biodiversità, al fine di migliorarne la capacità di produrre benefici essenziali per uno sviluppo sostenibile
5) Intraprendere azioni efficaci ed immediate per ridurre il degrado degli ambienti naturali, arrestare la distruzione della biodiversità e, entro il 2020, proteggere le specie a rischio di estinzione
6) Promuovere una distribuzione equa e giusta dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e promuovere un equo accesso a tali risorse, come concordato a livello internazionale
7) Agire per porre fine al bracconaggio e al traffico delle specie protette di flora e fauna e combattere il commercio illegale di specie selvatiche
8) Entro il 2020, introdurre misure per prevenire l’introduzione di specie diverse ed invasive nonché ridurre in maniera sostanziale il loro impatto sugli ecosistemi terrestri e acquatici e controllare o debellare le specie prioritarie
9) Entro il 2020, integrare i principi di ecosistema e biodiversità nei progetti nazionali e locali, nei processi di sviluppo e nelle strategie e nei resoconti per la riduzione della povertà
16) PACE, GIUSTIZIA E ISTITUZIONI SOLIDE
L'obiettivi è dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, e si propone inoltre di fornire l’accesso universale alla giustizia, e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli.
Tra le istituzioni più affette da corruzione nel mondo, vi sono la magistratura e la polizia
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Corruzione, concussione, furto ed evasione fiscale costano ai Paesi in via di sviluppo circa 1,26 mila miliardi di dollari l’anno; questa somma di denaro potrebbe essere usata per sollevare coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno al di sopra di tale soglia per almeno sei anni
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La percentuale di bambini che lasciano la scuola primaria nei Paesi colpiti da conflitti ha raggiunto il 50% nel 2011, comprendendo 28,5 milioni di bambini; ciò dimostra l’impatto che le società instabili hanno su uno dei principali obiettivi inseriti nell’agenda del 2015: l’istruzione
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Lo stato di diritto e lo sviluppo sono caratterizzati da una significativa interrelazione e si rafforzano a vicenda, rendendo tale compresenza necessaria per lo sviluppo sostenibile a livello nazionale ed internazionale.
Traguardi
1) Ridurre ovunque e in maniera significativa tutte le forme di violenza e il tasso di mortalità ad esse correlato
2) Porre fine all’abuso, allo sfruttamento, al traffico di bambini e a tutte le forme di violenza e tortura nei loro confronti
3) Promuovere lo stato di diritto a livello nazionale e internazionale e garantire un pari accesso alla giustizia per tutti
4) Entro il 2030, ridurre in maniera significativa il finanziamento illecito e il traffico di armi, potenziare il recupero e la restituzione dei beni rubati e combattere tutte le forme di crimine organizzato
5) Ridurre sensibilmente la corruzione e gli abusi di potere in tutte le loro forme
6) Sviluppare a tutti i livelli istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti
7) Garantire un processo decisionale responsabile, aperto a tutti, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli
8) Allargare e rafforzare la partecipazione dei paesi in via di sviluppo nelle istituzioni di governance globale
9) Entro il 2030, fornire identità giuridica per tutti, inclusa la registrazione delle nascite
10) Garantire un pubblico accesso all’informazione e proteggere le libertà fondamentali, in conformità con la legislazione nazionale e con gli accordi internazionali
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Consolidare le istituzioni nazionali più importanti, anche attraverso la cooperazione internazionale, per sviluppare ad ogni livello, in particolare nei paesi in via di sviluppo, capacità per prevenire la violenza e per combattere il terrorismo e il crimine
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Promuovere e applicare leggi non discriminatorie e politiche di sviluppo sostenibile
17) PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI
Per avere successo, l’agenda per lo sviluppo sostenibile richiede partenariati tra governi, settore privato e società civile. Queste collaborazioni inclusive, costruite su principi e valori, su una visione comune e su obiettivi condivisi, che mettano al centro le persone e il pianeta, sono necessarie a livello globale, regionale, nazionale e locale.
È necessaria un’azione urgente per mobilitare, reindirizzare e liberare il potere trasformativo di migliaia di miliardi di euro e dollari di risorse private per realizzare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Investimenti a lungo termine, ivi compresi gli investimenti diretti esteri, sono necessari nei settori chiave, soprattutto nei Paesi di sviluppo. Tali settori comprendono l’energia sostenibile, le infrastrutture e i trasporti, così come le tecnologie di informazione e comunicazione.
Il settore pubblico avrà bisogno di stabilire una direzione chiara. I sistemi di revisione e di monitoraggio, i regolamenti e le strutture di incentivi che permettono tali investimenti devono essere riorganizzati al fine di attrarre gli investimenti e rafforzare lo sviluppo sostenibile. I meccanismi nazionali di controllo come le istituzioni supreme di revisione e le funzioni di supervisione delle legislature dovrebbero essere rafforzate.
Vision
Immaginiamo un futuro diverso per i nostri figli e le nuove generazioni basandoci sui principi Morali e Cristiani

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